Storia e origini

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  1. _Maltesina_
     
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    STORIA



    Sulle origini di questa meravigliosa razza sono state espresse diverse ipotesi che hanno diviso, ed ancora oggi dividono, gli studiosi.
    Per cercare di fare un po’ di chiarezza, è necessario partire da molto lontano. In primo luogo il Maltese appartiene ad un gruppo di quattro razze che la Cinofilia Ufficiale cataloga con il termine “Bichon”. Tale nome deriva dal fatto che, qualche secolo fa, questi piccoli cani venivano chiamati, a causa dell’abbondante pelo al muso, “Barbichon”, parola derivata dal francese “Barbiche”, che significa “pizzo, barbetta”; quindi “Barbichon” vuol simpaticamente dire “Barbuto”.

    Da Barbichon deriva Bichon. Charles Robert Darwin (1809-1882), il famoso naturalista inglese che elaborò la “teoria dell’evoluzione”, in base a studi e ritrovamenti, fa risalire la comparsa di cani di tipo Bichon a circa seimila anni prima di Cristo.
    Pare che già nel 500 avanti Cristo, si abbia notizia della presenza di cani con caratteristiche simili a quelle dei Bichon su di un’isola del mare Adriatico, situata nei pressi della Dalmazia e chiamata Meleda.
    E’ l’antica Melite o Melita, dove venivano mandati in esilio i romani. Aristotele (384-322 a.C.), suddivise le razze canine in sette categorie.

    Tra queste ve n’era una detta dei cani “Melitensi”. Melitensi può essere tradotto come “di Malta”, fatto che convaliderebbe la teoria di chi considera l’isola di Malta l’antica patria dei Maltesi. Una delle rare notizie relative a cani di tipo Bichon a Malta è quella fornita dal poeta latino Marco Valerio Marziale (40-104), che in un suo epigramma dice “Più birichina del passero di Catullo, più carezzevole di tutte le fanciulle, più preziosa delle pietre indiane…”, descrivendo con queste parole Issa, la cagnolina bianca di proprietà di Publio, che fu governatore di Malta.
    “Da quest’isola”, scrisse il Robin parlando del Maltese, “esso partì alla conquista del mondo”. Il noto storico e geografo greco Strabone (63 a.C.-19 d.C.), parla di un cane di tipo Bichon, definendolo “canis melitoeus”, da Melita, che è il nome latino dell’isola di Malta; ma Melita pare fosse anche il nome di un antico centro marinaro ubicato vicino Messina, dal quale sembra si esportassero dei pregiati piccoli cani robusti dal pelo bianco e, come abbiamo visto, anche il nome di un’isola dell’Adriatico. Ecco perché una seconda ipotesi circa la razza, sostiene che il nome Maltese derivi si dai cani “Melitensi” citati da Aristotele, ma intesi come provenienti dall’isola di Meleda o dalla città di Melita. A questo proposito, alcuni studiosi fanno notare che i nomi Malta, Meleda e Melita, hanno un’origine comune nella storpiatura in greco del vocabolo semitico “malàt”, che significa testualmente “rifugio” quindi, per estensione, trattandosi di località di mare, “porto”.
    Diversi centri ed isole dell’Adriatico, come d’altra parte l’isola di Malta e le coste orientali della Sicilia, furono colonizzate dai Greci e, prima ancora, dai Fenici, che parlavano una lingua d’origine semitica. E’ quindi possibile che il termine “Melitensi”, con il quale Aristotele descrive cagnolini piccoli e dal pelo lungo anche se non necessariamente bianco, traggano il nome dai cani utilizzati ed allevati in queste località marinare e tenuti nei magazzini portuali per scacciare i topi che abitualmente li infestano. L’illustre studioso di razze canine europee di lusso: il barone Houtart, scrisse che “…i popoli antichi del basso Mediterraneo hanno posseduto una razza nana, chiamata Melitoeus. Essa era originaria dell’isola di Malta o Melita presso la Sicilia; ma io li chiamerò col nome di ‘cani di Melita’ invece che Maltesi, per non confonderli coi Maltesi moderni, che sono assolutamente differenti dagli antichi”.
    Il Maltese è stato sempre il cane dell’aristocrazia e dei nobili. Fu il prediletto delle matrone romane, come delle dame medioevali e rinascimentali e poi delle signore ottocentesche. Numerosi sono gli artisti che nelle loro opere ritrassero cani di tipo Bichon, specie nel periodo rinascimentale, quando il Maltese fu in grande voga. Solo per citarne alcuni: Tiziano, Tintoretto, il Veronese, Antonio di Iacopo Benci, detto il Pollaiolo e suo fratello Piero, Rubens, Goya e tanti altri. Tutti i Bichon sono molto apprezzati come cani da compagnia e da guardia. In Belgio, a causa della caratteristica toelettatura di alcuni di loro, sono stati chiamati a lungo “cani leone”, ed il Dechambre ci parla egualmente di un Bichon del Perù, o Messicano, o Alco. Il Maltese attuale è stato probabilmente ottenuto immettendo in Bichon bianchi, sangue di Épagneul nani, barboni nani e forse anche cani di Cayenna.
    Il Maltese fu il cane prediletto da personaggi storici, come la duchessa d’Alba, ritratta da Goya con un Maltese accanto, e della nobiltà rinascimentale, ma anche più recentemente da artisti ed attori, come Giuseppe Verdi (1813-1901), che adorava il suo splendido esemplare Loulou, e come Gary Cooper, che portava sempre con sé la sua cagnina.
    Per un certo periodo l’Inghilterra ha rivendicato il diritto di patronato della razza, portando come argomentazione il fatto che essa era originaria dell’isola di Malta e che questa, fino al 1964, è stata colonia britannica. Come abbiamo visto però, la tesi delle origini maltesi non è provata, anzi. Quindi, e giustamente, nella riunione della F.C.I. tenutasi ad Interlaken in Svizzera il 20 e 21 sttembre 1954, è stata riconfermata l’appartenenza della razza all’Italia. Il Maltese è conosciuto e diffuso in tutto il mondo, e in America, dove è giunto nel 1888, ha riscosso un successo notevole. In Italia, famoso ed apprezzato per centinaia di anni e fino al XIX secolo, dopo una fase di decadimento nell’immediato periodo seguente la Seconda Guerra Mondiale, dalla seconda metà degli anni ’80 del XX secolo il Maltese ha iniziato ad interessare un sempre maggiore numero di appassionati, tanto che si è passati in Italia dai 12 soggetti iscritti ai Libri Genealogici nel 1972 ai 1125 del 1997; 1154 del 1998; 1325 del 1999 e 1282 del 2000.
     
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